A proposito di Cina e di cambiamento del clima

Vi segnalo questo documentario, è visibile ancora per 5 giorni sul sito di France 5. Naturalmente è in francese quindi è adatto soprattutto a chi capisce bene, ma vale la pena di vederlo.
E' stato girato recentemente, mentre preparavano gli allestimenti per i giochi olimpici.
Tratta del riscaldamento climatico in Cina, della mancanza di acqua e del tentativo di rimboschimento che la Cina sta effettuando, pensate che hanno appena piantato alberi per una superficie pari a quella del Regno Unito, ma sono molto lontani dal risolvere i problemi causati dalla politica di Mao, che aveva disboscato territori interi lasciandoli completamente "pelati" per privilegiare l'industrializzazione.
Sembra che in Cina non rimanga che il 7 % di territorio coltivabile, e la lotta per combattere l'avanzamento del deserto del Gobi è impari.
Tra l'altro in Mongolia lo sfruttamento intensivo degli allevamenti di capre da cashmeer (producono il 90% della produzione mondiale) contribuisce a pelare definitivamente il territorio in quanto gli animali divorano le piante fino alla radice.
Le persone intervistate possono parlare molto poco perché sono sempre sorvegliati dalle forze dell'ordine che intervengono appena si accorgono che gli intervistati si sbottonano troppo, ma si riescono comunque a cogliere alcune impressioni di prima mano.
Paradossalmente gli esperti prevedono un aumento della pluviosità, ma questo non sembra arrestare l'avanzamento del deserto.
Se potete andate a vederlo.
E già che ci siete date anche un occhiata a quest'altro documentario sul riscaldamento del pianeta, decisamente inquietante, ma sbrigatevi perchè i documentari sono visibili gratuitamente per pochi giorni.

Commenti

Mirtilla ha detto…
ottimo post,davvero interessante e completo.
un bacione
marinella ha detto…
Grazie Mirtilla, peccato che questo genere di cose si trovi sempre solo in altre lingue, sembra che da noi nessuno abbia il coraggio e la voglia di raccontare le cose come stanno per davvero.
Inoltre purtroppo siamo il fanalino di coda d'europa per quanto riguarda la conoscenza delle lingue straniere, ma a nessuno sembra importare! baci

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